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SERVIZIO INDICATORI PERSONALI HEALTH SEARCH
3.5 INDICATORI OSMED
3.5.1 FARMACI PER IL TRATTAMENTO DELL'IPERTENSIONE E DELLO SCOMPENSO
CARDIACO
La terapia farmacologica antiipertensiva, ove la modifica dello stile di vita non sia sufficiente, di-
venta necessaria in pazienti con pressione arteriosa (PA) persistente 140/90 mmHg e nei pazienti
ad elevato rischio cardiovascolare, anche in presenza di PA compresa tra 130-139 e 85-89 mmHg
rispettivamente per la PA sistolica e diastolica.
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Tuttavia, sebbene gli studi clinici abbiano evidenziato
per la maggior parte dei farmaci disponibili un adeguato profilo di efficacia, lo studio EUROASPIRE
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ha dimostrato che soltanto il 26% dei pazienti ad alto rischio cardiovascolare in trattamento an-
tipertensivo raggiungeva il target pressorio, mentre il 30% dei pazienti ipertesi riceveva una terapia
inadeguata o addirittura nessuna terapia.
Generalmente, ai fini di un adeguato controllo della PA, la terapia dovrebbe essere mantenuta inde-
finitamente. Tuttavia, recenti studi hanno evidenziato un numero elevato di soggetti sotto-trattati ed
una bassa aderenza (compliance) al trattamento.
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La non-aderenza esercita un duplice effetto sui
costi sanitari, sia come conseguenza del costo di una prescrizione non efficace, sia in relazione ad una
mancata riduzione dell'incidenza di eventi cardiovascolari.
La scelta del farmaco antipertensivo dipende dalle indicazioni principali e dalle controindicazioni per
il singolo paziente. Tuttavia, le principali linee guida concordano che nei pazienti ipertesi che presen-
tano: 1) malattia coronarica; 2) insufficienza renale cronica - IRC; 3) scompenso cardiaco; 4) diabete
mellito, la scelta della strategia terapeutica dovrebbe comprendere alcune specifiche classi di farmaci,
in particolare i farmaci che agiscono sul sistema renina-angiotensina.
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Per queste situazioni cliniche
esistono forti evidenze supportate da RCT su popolazioni specifiche, in particolare per gli ACE inibito-
ri. Le evidenze scientifiche finora disponibili indicano per i sartani un beneficio simile agli ACE inibitori
nella riduzione della PA, nel miglioramento dei sintomi dello scompenso, nell'inibizione della nefropa-
tia diabetica e nella riduzione dell'insorgenza di ictus, con costi per giornata di terapia sensibilmente
pił alti. Tuttavia, a differenza degli ACE inibitori, ad oggi non esistono solide evidenze che dimostrino
per tale classe una riduzione dell'incidenza di infarto del miocardio e mortalitą cardiovascolare.
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36 Mancia G, et al. Reappraisal of European guidelines on hypertension management: a European Society of Hypertension Task
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