background image
( 198 )
RICERCHE 2011-2012 A CURA DEI MMG ADERENTI AL NETWORK "HEALTH SEARCH"
con l'obiettivo di definire la reale portata del problema nella popolazione di pazienti nel setting della
MG e che hanno visto la partecipazione di 600-700 MMG e il reclutamento di 2.700 - 3.200 soggetti.
I risultati indicano una prevalenza media dell'insonnia del 52% (64% - 40%), anche se occorre preci-
sare che in questi studi i MMG somministravano ai soggetti un questionario specifico per individuare
l'eventuale presenza del problema. In altre parole, il disturbo veniva attivamente ricercato.
La grande distanza dei dati HS di prevalenza dell'insonnia (3,3%) da quelli di letteratura e degli studi
Morfeo 1 e 2 (30% - 52%) conferma quello che gli esperti di medicina del sonno sostengono da
tempo e cioè che la patologia è spesso sotto diagnosticata dai medici e sottovalutata dai pazienti,
eventi questi che rivestono un ruolo determinante nell'evoluzione verso il peggioramento e la croni-
cizzazione del disturbo, con ripercussioni sulla qualità di vita e sulla salute dei pazienti. In ogni caso il
dato più appropriato per un confronto corretto è quello con la prevalenza dell'insonnia clinicamente
significativa (10-15%), che evidenzia una distanza inferiore dai dati del database HS-CSD LPD.
L'importanza di questo lavoro di ricerca di Health Search consiste nel fatto che fornisce i dati del pro-
blema insonnia qual è nella realtà pratica, mettendone in evidenza gli aspetti critici e rappresenta un
fondamentale contributo per intraprendere iniziative finalizzate a coinvolgere maggiormente i MMG
nella gestione dei pazienti che presentano disturbi del sonno.
In proposito, sulla base di questi dati la SIMG si è attivata già a partire dal 2010 con l'allestimento di
corsi di formazione in varie regioni, proseguiti nel 2011. Per l'anno in corso sono previsti ulteriori 25
corsi in tutto il territorio nazionale.
A cura del Dr. Francesco Mazzoleni, Responsabile Area Neurologica SIMG
8.2.3 EPIDEMIOLOGIA DEL DISTURBO BIPOLARE NELL'AMBITO DELLA MEDICINA
GENERALE
Premessa
Il disturbo bipolare include una serie in sindromi di interesse psichiatrico sostanzialmente caratteriz-
zate da un'alternanza dell'attività psichica, ossia il suo eccitamento (la cosiddetta mania) e la sua ini-
bizione. Questa mancata regolazione funzionale si traduce nello sviluppo di alterazioni dell'equilibrio
timico (psicopatologia dell'umore), dei processi ideativi (alterazioni della forma e del contenuto del
pensiero), della motricità e dell'iniziativa comportamentale, nonché in manifestazioni neurovegetati-
ve (anomalie dei livelli di energia, dell'appetito, della libido, del ritmo sonno-veglia).
In base al Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM), i disturbi bipolari compren-
dono il Disturbo Bipolare di I tipo, il Disturbo Bipolare di II tipo, il Disturbo Ciclotimico e la categoria
residua del Disturbo Bipolare Non Altrimenti Specificato.
La discriminazione fra i vari sottotipi clinici dello spettro bipolare (tipo I, tipo II, ciclotimia) avviene
sostanzialmente sulla base del decorso e della connotazione sintomatologica delle fasi affettive inter-
correnti (od anamnesticamente raccolte).
Il disturbo bipolare di I tipo è, ad esempio, caratterizzato dalla presenza di almeno uno Episodio
Misto, oppure dalla presenza di almeno un Episodio Depressivo Maggiore intervallato da almeno un
Episodio Maniacale spontaneo. Nella maggior parte dei casi gli episodi maniacali o misti sono alterna-
ti ad uno o più episodi depressivi, anche se questi non sono affatto necessari alla formulazione della
diagnosi. In effetti, nel 2-10% dei casi si verificano esclusivamente ricadute maniacali, forme queste
ultime che mostrano più spesso un esordio tardivo.
Il disturbo bipolare di II tipo mostra invece un decorso clinico caratterizzato da almeno un Episodio
Depressivo Maggiore, intervallato da almeno un Episodio Ipomaniacale spontaneo.
Il disturbo ciclotimico è infine connotato dallo sviluppo di svariati episodi ipomaniacali, alternati a