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I DETERMINANTI DI SALUTE
4.3 ATTIVITĀ FISICA
Le evidenze scientifiche indicano che un'attivitā fisica regolare e costante contribuisce, non soltanto al mantenimento
del tono muscolare e dell'elasticitā articolare, ma influisce positivamente nella prevenzione di alcune patologie
come l'ipertensione, l'obesitā, le malattie coronariche, il diabete mellito di tipo II, l'insonnia e la depressone. Inoltre,
recenti studi hanno dimostrato un possibile effetto neuroprotettivo, ipotizzando la sua potenziale efficacia nella
riduzione del rischio di demenza.
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In Italia i dati ISTAT indicano in circa il 60% la proporzione di soggetti che hanno dichiarato di svolgere sport,
oppure qualsiasi tipo di attivitā fisica. Le informazioni sull'attivitā fisica relative al database HS-THALES riguardano
l'ultimo dato disponibile entro il 31/12/2007 e sono state classificate, sulla base di criteri oggettivi standardizzati,
secondo il seguente schema: (1) Attivitā fisica Assente; (2) Attivitā fisica Leggera; (3) Attivitā fisica Media; (4)
Attivitā fisica Pesante.
Complessivamente, i dati risultano sovrapponibili rispetto a quanto riportato dall'ISTAT (Figura 4.3a). Nei maschi
la componente di pazienti con attivitā fisica assente č pari al 33,8% del totale, mentre la maggior parte svolge
un attivitā fisica leggera (39,6%) o media (22,9%). Nelle donne, la maggior parte svolge un'attivitā fisica leggera
(42,4%) o assente (44,2%), mentre solo lo 0,7% svolge un'attivitā fisica pesante.
Le Figure 4.3b-c mostrano i livelli di attivitā fisica nei due sessi in relazione all'etā. In entrambi i casi i risultati
mostrano lo stesso andamento con una relazione inversa tra livelli di attivitā fisica media/pesante e l'aumento
dell'etā.
Infine, nella Figura 4.3d viene descritta l'attivitā fisica in relazione all'area geografica di appartenenza. Dai risultati
emerge la maggiore prevalenza di pazienti che svolge attivitā fisica media/pesante nel Nord-ovest (23,7%) e la
minore prevalenza nelle Isole (13,1%).
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Stampfer M, Hu F, Manson J, Rimm, E, Willett W. Primary prevention of coronary heart disease in women through diet and lifestyle. New Engl J Med 2000; 343:
16-23.