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SERVIZIO INDICATORI PERSONALI HEALTH SEARCH
3.7 AREA CARDIOVASCOLARE
3.7.1 PREVENZIONE DEL RISCHIO CARDIOVASCOLARE
Le malattie cardiovascolari rappresentano in Europa le maggiori cause di mortalità, con il 43% di tutte le morti negli
uomini ed il 55% nelle donne. La prevalenza di queste malattie varia in base alle differenti fonti di informazione,
sebbene essa si possa stimare intorno al 2,5% per l'infarto del miocardio e l'ictus; per quanto riguarda lo scompenso
cardiaco, che in molti casi rappresenta il punto di arrivo di molte patologie ischemiche, la prevalenza è stimata
intorno all'1,2-1,5%. Le malattie cardiovascolari e lo scompenso rappresentano non solo un importante fonte di
spesa a carico del SSN, ma soprattutto comportano gravi conseguenze in termini di qualità della vita e costi sociali
ad essi connesse.
L'identificazione dei soggetti ad elevato rischio cardiovascolare rappresenta pertanto uno degli obiettivi principali
della prevenzione primaria e secondaria e costituisce la premessa necessaria per l'attivazione di azioni finalizzate alla
riduzione dei fattori di rischio modificabili, dal cambiamento dello stile di vita all'intervento farmacologico.
18,19
3.7.2 STRATEGIE DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI FATTORI DI RISCHIO
Il controllo dei fattori di rischio associati all'insorgenza degli eventi cardiovascolari maggiori rimane tuttora
piuttosto scarso, in particolare riguardo ai livelli di pressione arteriosa ed al controllo lipidico, nonostante le linee
guida nazionali ed internazionali individuano tale azione come prioritaria in una strategia rivolta alla riduzione
dell'incidenza di eventi cardiovascolari dei costi ad essi connessi. Relativamente al controllo della PA, diverse
evidenze indicano che:
·
Circa il 15% dei soggetti ipertesi che potrebbe trarre beneficio dal trattamento non ricevono alcuna
terapia;
·
Circa il 26% ricevono una terapia inadeguata;
·
Solo il 55% dei soggetti adulti hanno l'ipertensione adeguatamente controllata.
Inoltre, nonostante un adeguato controllo pressorio dovrebbe essere supportato da una terapia mantenuta
indefinitamente, recenti studi hanno evidenziato un numero elevato di soggetti sotto-trattati ed una bassa
aderenza (compliance) al trattamento. La mancata compliance esercita una duplice influenza sui costi sanitari, sia
come conseguenza del costo di una prescrizione non efficace, sia in relazione all'aumento del numero di eventi
cardiovascolari.
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Relativamente al controllo lipidico, le linee guida più recenti hanno stabilito che il valore ottimale di LDL circolante
varia in relazione al livello di rischio cardiovascolare del paziente da <70-100 mg/dL in prevenzione secondaria o in
presenza di alto rischio cardiovascolare e diabete, fino a <130 mg/dL nei soggetti a moderato rischio cardiovascolare.
Le indagini economiche hanno dimostrato un rapporto costo-efficacia favorevole in prevenzione secondaria;
viceversa nella prevenzione primaria tale rapporto è strettamente dipendente dal livello di rischio e dalla capacità di
mantenere un adeguata compliance al trattamento in pazienti potenzialmente più giovani ed asintomatici.
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European guidelines on cardiovascular disease prevention in clinical practice: full text. Fourth Joint Task Force of the European Society of Cardiology and other
societies on cardiovascular disease prevention in clinical practice. Eur J Cardiovasc Prev Rehabil 2007; 14 (Suppl 2):S1-113.
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Heart Failure of the European Society of Cardiology. Eur Heart J 2005; 26:1115-40.
20
Mazzaglia G, Mantovani LG, Sturkenboom MC, Filippi A, Trifirò G, et al. Patterns of persistence with antihypertensive medications in newly diagnosed hypertensive
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Ward S, Lloyd Jones M, Pandor A, Holmes M, Ara R, et al. A systematic review and economic evaluation of statins for the prevention of coronary events. Health
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