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3.4 AREA METABOLICA
3.4.1 DIABETE MELLITO DI TIPO II
Il diabete mellito di tipo II è il risultato di una ridotta produzione pancreatica di insulina associata ad una ridotta
sensibilità dei tessuti periferici bersaglio ("insulinoresistenza"). La prevalenza e l'incidenza sono in continua crescita
in tutto il mondo con stime variabili dal 4,5% al 6,0% della popolazione adulta.
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In Italia, si stimano almeno 2.5
milioni di diabetici diagnosticati, valore destinato a salire nei prossimi anni, con una previsione per il 2025 di
almeno 5 milioni di persone affette da diabete. Esso è causa di complicanze croniche invalidanti a carico di occhio,
rene, sistema nervoso periferico e sistema cardiocircolatorio; esse rappresentano un problema di enorme rilevanza
clinica, economica e sociale essendo responsabili di un decadimento della qualità di vita del paziente, d'invalidità
e di forti costi per il SSN (6-11% dei costi sanitari totali).
Un aumento della sorveglianza sul diabete è stata pertanto riconosciuta come elemento necessario all'ottimizzazione
delle risorse sanitarie. Ad esempio, i dati dello studio UKPDS
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hanno dimostrato che il miglioramento del controllo
glicemico e pressorio nei pazienti diabetici di tipo II è in grado di ridurre l'incidenza e la gravità delle complicanze
e quindi i costi della malattia, grazie soprattutto alla diminuzione dei ricoveri ospedalieri. D'altra parte, alcune
evidenze dimostrano che i pazienti che seguono un regolare programma di follow-up hanno un miglior controllo
metabolico, con una riduzione dell'incidenza e della gravità delle complicanze acute e croniche del diabete
mellito.
Pertanto, il corretto approccio della malattia diabetica comprende la prevenzione primaria, la diagnosi precoce,
controlli clinici periodici dei valori glicemici, pressori e lipidici anche attraverso il coinvolgimento attivo del paziente,
una terapia appropriata, la prevenzione/diagnosi precoce delle complicanze acute e croniche. Le attuali linee
guida raccomandano una terapia "a gradini", basata sull'uso di ipoglicemizzanti orali dapprima in monoterapia,
successivamente aggiungendo un secondo e poi terzo farmaco in caso di mancato controllo (terapia di associazione),
infine usando l'insulina al deterioramento del controllo glicemico ("fallimento secondario degli ipoglicemizzanti
orali"). Nei pazienti diabetici ipertesi l'utilizzo di ACE-inibitori e/o sartani risulta giustificato per la protezione
d'organo che tali farmaci determinano a livello renale.
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Mediana: data una successione di valori disposti in ordine non decrescente di grandezza, è quel valore
preceduto e seguito da uno stesso numero di valori. Se il numero delle grandezze è dispari, la
mediana è quel valore che occupa il posto centrale della successione; se è pari, essendo due i
valori centrali, la mediana è qualunque valore compreso fra di essi ( in genere si considera la
semisomma dei due valori centrali).
P25:
indica il 25° percentile della distribuzione; è il valore che lascia alla sua sinistra non meno del 25%
dei valori della distribuzione, e alla sua destra non meno del 75% di questi.
P75:
indica il 75° percentile della distribuzione; è il valore che lascia alla sua sinistra non meno del 75%
dei valori della distribuzione, e alla sua destra non meno del 25% di questi.
Ideale:
riferimento massimo auspicabile.
LAP:
livello accettabile previsto.
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Mazzaglia G, Yurgin N, Boye KS, Trifirò G, Cottrell S, et al. Prevalence and antihyperglycemic prescribing trends for patients with type 2 diabetes in Italy: A 4-year
retrospective study from national primary care data. Pharmacol Res 2008; 57:358-63.
4
King P, Peacock I, Donnelly R. The UK prospective diabetes study (UKPDS): clinical and therapeutic implications for type 2 diabetes. Br J Clin Pharmacol 1999; 48:643-8.
5
Penno G, Chaturvedi N, Talmud PJ, Cotroneo P, Manto A, et al. Effect of angiotensin-converting enzyme (ACE) gene polymorphism on progression of renal disease
and the influence of ACE inhibition in IDDM patients: findings from the EUCLID Randomized Controlled Trial. EURODIAB Controlled Trial of Lisinopril in IDDM.
Diabetes 1998; 47:1507-11.
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