limitata parte dei casi si può associare a lesioni d'organo, come l'ulcera peptica gastroduodenale o la malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE). La prevalenza dei sintomi correlati alla MRGE nella popolazione generale è difficile da stimare poiché solo i pazienti più severi si rivolgono al medico. Essa oscilla dal 2% al 26%, aumentando quando vengono indagati campioni selezionati, come ad esempio quelli affetti da dispepsia funzionale (50%), oppure i pazienti a rischio (es. obesità). Pertanto, un adeguata anamnesi patologica risulta essenziale per una diagnosi corretta di MRGE. Tra le indagini strumentali, quella più accurata per la conferma diagnostica è rappresentata dall'esofagoduodenoscopia (EGDS). In genere, essa viene effettuata quando il paziente non risponde al trattamento farmacologico oppure quando presenta una sintomatologia che fa sospettare ulcerazioni e sanguinamento. test rapido (CP Test) che non viene codificato ed è difficilmente estraibile dagli archivi dei MMG. Pertanto, per questo indicatore i risultati non corrispondono all'effettiva attività del MMG. all'invecchiamento della popolazione ed all'uso di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). Non è chiaro se la riduzione osservata nell'incidenza di ulcera peptica sia imputabile alla terapia eradicante per Helicobacter pylori che riduce le recidive dell'ulcera non complicata, oppure al diffuso impiego degli inibitori della pompa protonica (IPP). Tuttavia, gli studi più recenti sottolineano l'efficacia degli IPP, sia nell'alleviare la sintomatologia gastrointestinale nella terapia eradicante, sia nella prevenzione delle gastropatie da FANS. |